Il telefono di Icardi hackerato da un investigatore privato?
Quanto è semplice, al giorno d’oggi, spiare il telefono di qualcuno?
Dipende.
Il più recente scandalo amoroso del mondo del pallone vede ancora una volta protagonisti l’attaccante del PSG Mauro Icardi e la showgirl Wanda Nara, sua consorte.
Pare che quest’ultima abbia fatto “hackerare” il telefono del marito nel tentativo di smascherare una tresca.
Ma è andata davvero così?
È davvero possibile assoldare un detective privato che acceda segretamente al telefonino del partner e ne permetta la visione di tutte le conversazioni private?
Ma attenzione, tale pratica non si configura come prestazione esclusiva dell’investigatore privato.
Al contrario.
Anzitutto, l’installazione di softwares di monitoraggio senza previo consenso del proprietario del dispositivo si configura come reato, a meno che non si eserciti un controllo genitoriale sui minori di 18 anni.
Quindi, la moglie che spia le chat del marito, o viceversa, per mezzo di un’applicazione spia, si rende colpevole di interferenze illecite nella vita privata ex art. 615-bis c.p, punibile con la reclusione dai 6 mesi ai 4 anni.
Oltretutto, l’installazione di tali sistemi non è mai remota, ma richiede l’accesso diretto al telefonino dell’interessato per il completamento di una procedura manuale di installazione del software.
A leggere i titoli di questi giorni, sembrerebbe che assoldare un detective privato che permetta l’intercettazione delle conversazioni private del partner sia la cosa più naturale del mondo.
Non lo è affatto.
Nessuno, tantomeno l’investigatore privato, può servirsi di programmi spia per il monitoraggio di terzi senza previo consenso.
Inoltre, l’investigatore non possiede le capacità tecniche o gli strumenti per “hackerare” i telefoni di qualsivoglia individuo da remoto, ovvero senza disporre del dispositivo.
È quindi possibile che la Signora Icardi sia servita di un investigatore privato, poco raccomandabile, per l’acquisto di uno spy software e abbia quindi proceduto lei stessa all’installazione di tale programma sullo smartphone del marito, commettendo un illecito penalmente perseguibile.