L’onere della prova del furto commesso dal dipendente spetta al datore di lavoro.
Spesso capita di avere la certezza del compimento di un illecito da parte del dipendente, ma le prove sono insufficienti o non utilizzabili in giudizio.
Si è quindi concretizzata nel tempo la necessità per molte aziende di ottenere una confessione scritta, in presenza di testimoni, da parte del dipendente infedele, prima di procedere con il licenziamento per giusta causa.
Una confessione scritta previene un’eventuale impugnazione successiva del licenziamento ed evita interminabili battaglie legali.
Inoltre, di fronte al riconoscimento esplicito del dipendente che ammette il furto, è possibile per il datore richiedere il risarcimento pecuniario per il danno cagionato.
Tutt’oggi, la tecnica d’intervista più utilizzata in ambito aziendale per ottenere una confessione del dipendente disonesto è la cosiddetta “Wicklander Zulawski”.
Si tratta di un’ intervista non conflittuale, messa in atto da personale qualificato e appropriatamente certificato da “Wicklander-Zulawski & Associates”, che tenterà di ottenere una confessione attraverso l’utilizzo di complesse tecniche di persuasione.
È importante sottolineare che si tratta di un’intervista e non di un interrogatorio. Rispetto a quest’ultimo, un’intervista non è accusatoria, necessita di testimoni e raramente supera i 60 minuti.
Metodo
Uno specialista WZ effettuerà un’ analisi approfondita del caso in questione e si recherà in azienda per la conduzione dell’intervista in presenza di un testimone nominato dal datore.
Con quest’ultimo verranno discusse le modalità e i tempi dell’intervista prima di procedere.
In caso di confessione del dipendente, lo specialista ne inviterà la trascrizione da consegnare al datore al termine dell’intervista.